sabato 22 Novembre 2025 - Anno 34

QUADERNI SESSAMESI di Edoardo Hahn

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Sabato 29 novembre ore 17.30 Palazzo Robellini  Piazza Abramo Levi 5 Acqui Terme (AL)

I Quaderni Sessamesi prendono il nome da Sessame, il paese del Monferrato dove vive l’autore. Sono una collana di libri fotografici arrivata al quinto volume, in cui l’autore racconta, a modo suo, il rapporto con il suo territorio.

Il libro
Il volume raffigura, attraverso le immagini, una piccola strada di campagna vicino alla casa dell’autore. È un viaggio, un’esplorazione di un’opera dell’uomo e del modo in cui questa si intreccia — a volte armoniosamente, a volte in contrasto — con la natura che la circonda. La strada diventa nelle immagini una sorta di lama, una forma di astrazione, resa più evidente dalla scelta di usare il bianco e nero.

La collana
I Quaderni Sessamesi sono quaderni visivi in cui l’autore raccoglie idee e riflessioni sul proprio ambiente. Ogni volume affronta un tema diverso — la pandemia, lo spazio, il tempo, gli oggetti, la strada — dando tutte le volte un punto di vista nuovo.
Attraverso questa collana l’autore racconta l’impatto che ha prodotto sulla sua fotografia la decisione di spostarsi a vivere in campagna, per lui che aveva sempre vissuto in città. Con la macchina fotografica scandaglia questo nuovo ambiente per lui esotico, ci familiarizza, ne prende le misure e lo trasfigura secondo il suo stile.
Una serie di agili volumi (cm 21×21) giunta alla quinta pubblicazione, che documentano e approfondiscono l’universo visivo del fotografo, un autore fuori dalle convenzioni.

L’autore
Edoardo Hahn (Torino, 1962) vive e lavora nel Monferrato, a Sessame.
Ha iniziato collaborando con le agenzie fotografiche Marka e Grazia Neri, per poi proseguire come freelance occupandosi soprattutto di fotografia industriale e architettonica.
Nel suo lavoro personale si concentra su modi più poetici di guardare la realtà e sul rapporto tra le immagini e la percezione dello spazio. Per lui la fotografia non riesce più a raccontare la realtà in modo diretto: le immagini finiscono per sovrapporsi al mondo reale, creando una sorta di universo parallelo che influenza il nostro modo di vedere le cose. Da qui nasce il suo bisogno di sperimentare e trovare nuovi modi di usare la fotografia.

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