martedì 14 Ottobre 2025 - Anno 34

“Risò” – Festival Internazionale del Riso

Partner

Con “Risò” – Festival Internazionale del Riso Vercelli, il Piemonte e l’Italia al centro della scena risicola internazionale

In queste ultime settimane si stanno definendo gli ultimi dettagli di Risò, il Festival Internazionale del Riso, che dal 12 al 14 settembre 2025trasformerà Vercelli nella capitale del riso, con appuntamenti culturali, esposizioni, tour esperienziali, attività didattiche e momenti di approfondimento economico e commerciale.
Numerose e stimolanti le anticipazioni offerte dal Presidente della Provincia Davide Gilardino, che, raccontando l’essenza e gli obiettivi dell’evento, sottolinea che “sarà la tanto attesa rivincita del vercellese, perché amare il proprio territorio vuol dire anche sognare di farlo conoscere al mondo, così da renderlo più attrattivo”. Questa la mission di questa tre giorni internazionale, “come già fu per i Borghi delle vie d’Acqua, un’unione di 56 comuni.  Pensare che sia la sinergia, – prosegue – unita al grande patrimonio che abbiamo, a fare la differenza. Siamo arrivati alla concretezza di una provincia tra i maggiori produttori di riso in Europa e alla realizzazione di una visione che fin dall’inizio punta sull’aprirsi al mondo, rendendosi prima consapevoli di cosa siamo. La borsa Merci, unica ancora attiva settimanalmente in Italia, sarà cornice dei B2B, in programma l’11 settembre, che animeranno la commercializzazione”.
Durante i tre giorni sia Vercelli sia tutti i Borghi delle vie d’Acqua narreranno gli elementi imprescindibili del territorio: terra, acqua, riso e persone. Ad iniziare dal Risò Village, in Piazza Antico Ospedale, che sarà animato da diversi panel tematici legati al settore risicolo, oltre che da una mostra coinvolgente che narrerà il connubio natura-uomo, inteso, come spiega Gilardino, come “il segreto meraviglioso della vita che in un territorio prevalentemente risicolo ha fatto la storia. Vissuti che (ri)tornano oggi, che si percepiscono tra il caratteristico “mare a quadretti” e i racconti di chi, inconsapevolmente, ha contribuito a fare del riso un’attività, ma soprattutto un’identità”.
Un’identità che si percepisce anche attraverso la storia e il patrimonio artistico della città, come sottolinea il sindaco Roberto Scheda, rilanciando con entusiasmo la portata culturale del Festival, fondamentale per promuovere la conoscenza del territorio attraverso percorsi educativi e turistici di qualità. “In queste settimane – dichiara – stiamo mettendo a punto una serie di appuntamenti legati a Risò, che rimarcherà il ruolo centrale della nostra città nel mondo del cereale più consumato sul pianeta”. E lo farà altresì attraverso un investimento nella cultura, “mossa strategica volta a migliorare ogni altro aspetto della vita collettiva. Solo una realtà che investe nella Cultura è una realtà che guarda avanti”.
Per questo, i partecipanti e i turisti potranno anche visionare il Vercelli Book, uno dei più antichi manoscritti in inglese antico, che per secoli è stato, ribadisce il primo cittadino, “il libro che nessuno sapeva leggere e che oggi è ponte tra culture ed epoche”. Ma non solo: il grande appuntamento gratuito con il professor Alessandro Barbero, storico di fama internazionale, si svolgerà all’interno della Basilica di Sant’Andrea, monumento gotico che, come ricorda Scheda, “ci invidiano non solo in Piemonte”.
Proprio il Sant’Andrea sarà una delle tappe del tour pensato per far scoprire l’anima medievale della città, attraverso una visita guidata che porterà i visitatori a scoprire l’eredità del periodo in questione, che ha visto Vercelli, utilizzando le parole di Barbero, “avere una importanza internazionale oggi inimmaginabile”.
Il secondo affascinante percorso guidato all’interno della città sarà dedicato all’acqua, elemento che più di ogni altro ha modellato il paesaggio e l’identità di Vercelli, città di pietra e di risaie. “Scopriremo – anticipa Scheda – importanti luoghi come Piazza Roma, dominata dalla scenografica fontana con il gruppo scultoreo di Attilio Gatti Garman, che celebra la forza vitale dell’acqua, e dal monumento alla mondina. E poi visiteremo, fra gli altri, il museo Borgogna, la seconda pinacoteca del Piemonte, scrigno d’arte che in alcune sale selezionate ospita opere di Morbelli, Gazzone, Cominetti”. L’itinerario guidato continuerà con una tappa insolita e affascinante: l’elegante sede dell’Associazione di Irrigazione Ovest Sesia, dove la storia e la scienza dell’acqua vengono narrate attraverso proiezioni nel suggestivo interno tra velluti rossi e mobili antichi.
In programma anche altri due tour che porteranno alla (ri)scoperta delle terre della Baraggia, ultima porzione della “savana” europea, tra borghi incantanti, castelli e monasteri, e dell’eredità millenaria delle Grange, dove natura, storia e tradizione si intrecciano in un’esperienza autentica e coinvolgente.
Non mancherà un omaggio ai grandi protagonisti della storia del territorio: Camillo Benso Conte di Cavour, pioniere della modernizzazione agricola e dell’irrigazione nelle terre d’acqua, e Galileo Ferraris, genio dell’elettromagnetismo e della cultura tecnica, due figure che, oltre ad essere fondamentali per la scienza e la politica italiana, sono da considerare padri della visione concreta e innovativa di Vercelli, con radici profonde nella terra e lo sguardo rivolto al futuro.
Il Festival Internazionale del Riso, ponendosi come nuova vetrina istituzionale, agricola e alimentare per il riso italiano, avrà anche un valore strategico, come annuncia con entusiasmo la Presidente dell’Ente Nazionale Risi Natalia Bobba. Sarà un evento di grande prestigio che andrà ad affiancare l’ormai storico e consolidato appuntamento della “Fiera del Riso” di Isola della Scala. Sarà un momento che vedrà coinvolto il settore risicolo, anche in un panorama politico e istituzionale. Non mancheranno la divulgazione e l’informazione.
Con “Risò”, le risaie invaderanno simbolicamente la città, conquistando una location d’eccezione, il sagrato della basilica di Sant’Andrea. “Saranno allestite sette piccole risaie, – rivela Bobba – ciascuna ospiterà una varietà classica del riso italiano (Roma, Carnaroli, Arborio, Baldo, Sant’Andrea, Vialone Nano e Ribe), e due microaree dedicate alla vegetazione spontanea tipica delle Terre d’Acqua, con una scenografica spettacolare che unisce storia, agricoltura e arte.
Il riso diventa così messaggio e narrazione, offrendo sia un racconto visivo e simbolico che celebra le radici profonde di un territorio unico, la sua evoluzione e la sua capacità di parlare al mondo attraverso i valori della terra, del lavoro e della bellezza, sia un’occasione unica promuovere la risicoltura italiana, valorizzandone le sue varietà storiche e riflettendo sul ruolo che questa coltura continua a giocare nel panorama agricolo nazionale.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome qui

Partner

Ultimi Articoli