martedì 10 Settembre 2024 - Anno 33

TUTTI I NODI…

Partner

I vecchi proverbi raramente sbagliano
TUTTI I NODI….
Un vecchio adagio ormai da anni in disuso come tutti i proverbi che contengo, in poche parole, pillole di saggezza, recitava testualmente che “tutti i nodi vengono al pettine”. Letto così, di getto, non ha senso o quasi perché pare logico che se le “capigliature” sono per così dire un poco lasciate a se stesse, passandovi sopra un pettine si troveranno dei nodi che ne arresteranno la corsa ed il regolare fluire tra le chiome. Ma se si va oltre il puro significato delle parole e lo si legge con la mente “accesa”, si va incontro a tanti fatti delittuosi e dolorosi della nostra società, una società che sta radicalmente cambiando e per certi aspetti è già cambiata ad iniziare dalle famiglie e dalle attenzioni che non si prestano più al vivere civile, al civile confronto, all’onestà nei comportamenti ed al rispetto di tutte quelle regole che sono e dovrebbero sempre essere alla base della vita sociale e delle regole che, volere o no, restano necessarie per il buon vivere.
Molti di questi nodi, favoriti dall’evolversi in senso negativo della nostra società dell’ormai tutto consentito, si sono palesati nei recenti fatti di cronaca con l’uccisione di una giovane donna che aveva la sola colpa di voler fare una passeggiata a tarda ora. Una uccisione, allo stato delle cose, senza senso e perpetrata da un giovane uomo, non importa se di colore, se cittadino o meno di questa nostra Repubblica, perpetrata da un uomo dicevamo, che forse era spinto da chissà quale ragione, da chissà quale demone o cultura mai sopita, che lo ha portato a pensare e credere che in quella notte avrebbe ucciso, non importa chi e per quale ragione, almeno questo dicono le cronache che di parole e di congetture ne hanno tirate fuori a tonnellate, come sempre accade, sui nostri media e quotidiani.
Con una tempistica ed una coincidenza che ha dell’inverosimile, poco tempo dopo un diciassettenne della “solita” famiglia normale,ha sterminato a coltellate il fratello, la madre ed il padre. Motivazione ad oggi molto labile e da ricercarsi, forse, all’interno di questo nucleo familiare, simile a tanti altri, dove la casa era e rimane l’unico luogo in cui, per così dire, ci si ritrova; ognuno con il suo mondo, con i suoi assilli, con le sue necessità e con le sue colpe, di chi non ha saputo educare o di chi non ha saputo confessare il suo disagio. Ed anche qui la vera motivazione del gesto terribile non avrebbe ancora una sua origine ed un suo perché. Anche pochi giorni fa in Sardegna un figlio, sempre diciassettenne, ha accoltellato il padre, per fortuna in maniera non grave, ma lo ha accoltellato. Ed il genitore ha pensato bene di non rendere pubblica la cosa, forse per il timore delle conseguenze o per vergogna; ma poi il fatto è stato chiarito ed assurto agli onori della cronaca e dei dibattiti televisivi con la presenza dei “soliti” esperti che da tempo non ne azzeccano una, troppo presi dal voler dimostrare l’indimostrabile ed accattivarsi le simpatie di una qualche classe politica.
A questi tre esempi potremmo anche aggiungere il tragico naufragio della maxi barca a vela, o meglio nave a vela, colata a picco a poche centinaia di metri dalla costa e da un porto sicuro in circostanze che, chi come noi il mare lo ha conosciuto bene, fa fatica a capire. Leggerezze, baldoria della sera prima, sottovalutazione dei problemi meteo o altro ancora, ad oggi nascosto, hanno fatto si che sei persone annegassero nelle loro cabine.
Ecco il quadro, o meglio una parte di esso, davvero allarmante della società attuale, lasciando da parte le centinaia di incidenti automobilistici accaduti per velocità, tasso alcolico alto, droga assunta prima di mettersi alla guida, i morti in montagna, i ragazzini annegati nelle piscine, le violenze su ragazzine in tenera età lasciate a se stesse in un mondo che credono di conoscere, ma che ancora non hanno maturato la necessaria esperienza.
Si dovrà, ed in fretta, mettere mano ad un riordino di questa nostra società, ormai divenuta multietnica con il bene placito di una buona parte della nostra politica che sembra aver messo in cantina tutto quello che non serve oggi od un domani, ad ottenere qualche consenso in più. Il riordino andrebbe iniziato dalla scuola, dai primi anni di insegnamento ed anche da una rieducazione delle famiglie troppo instabili e troppo prese dal far fronte a mille esigenze, mille incombenze, mille problematiche del vivere quotidiano che assorbono tutte le energie disponibili lasciando nel nulla il concetto di famiglia vera con esempi, educazione, il parlarsi per affrontare i problemi dei ragazzi che crescono davanti agli schermi dei cellulari e dei computer che assorbono gran parte del  loro quotidiano e senza i quali ogni giovane si sente perduto.
Una società che ama definirsi tale non può prescindere da regole, da modi di comportamento, da un minimo di timore che qualcosa accade se ci si comporta male, se si aggrediscono insegnanti, medici, forze dell’ordine, se si occupano case, se si ruba entrando nelle case altrui, se si imbrattano i Monumenti in nome di chissà quale nuovo modo più pulito, più green, se si borseggia per strada o sui mezzi pubblici perché così è la tradizione di chi lo fa come “lavoro”.
La psicologia ed i grandi esperti che un tempo predicava il tutto permesso specie ai giovani già considerati adulti in tenera età, ha creato tutti questi “nodi” tutti questi comportamenti che oggi sembrano essere la normalità, ma non lo sono. Una maggiore attenzione  a quello che accade negli Stati Uniti oggi, ci darà il quadro di ciò che, passato qualche tempo, accadrà anche qui da noi; è così da decenni, ma nessuno pare farci caso.
Chiudiamo con una speranza, forse vana, per noi che nelle elementari ci si alzava in piedi all’arrivo della Signora Maestra e dal tremore che ci prendeva alle Medie quando, e raramente, il Signor Preside entrava in un’aula con il Professore prontamente in piedi a riceverlo, la speranze che si ritorni ad un po di civiltà, all’accettazione di una sconfitta, di un rimprovero, di un presunto torto che nella maggior parte dei casi non è mai tale. Che si ritorni a comprendere che tutti, ma proprio tutti, non possono avere tutto e che certe cose si debbono guadagnare con fatica e sudore  e non con qualche cretinata pubblicata sui social. Ma ci sarà qualcuno che si darà da fare per tutto questo? Al momento viene da credere di no perché un minimo di regole da rispettare non porta voti e non ottiene “followers”.
Ma stiamo attenti a qual pettine ed a quei nodi che se non sciolti per bene potrebbero strappare i nostri capelli.

Pier Marco Gallo

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome qui

Partner

Ultimi Articoli