In data 9 luglio u.s.è comparso sul quotidiano “LA STAMPA- Prov. Savona” un articolo dal seguente titolo: “ex A.C.N.A., altri 44 milioni per bonificare l’area”. Leggendolo si sente affermare di una presunta convergenza, sull’ipotesi del Carcere Provinciale di Savona in Area A2 del sito ex ACNA , anche dal versante piemontese, cosa assolutamente non vera, ad esempio l’Associazione per la Rinascita della Valle Bormida non è mai stata favorevole e non lo sarà finché il problema della bonifica, ormai in ballo da oltre 2000, non verrà risolto alla radice non retaggio così per le future generazioni.
Il fatto che altri 44 milioni di euro siano previsti nelle “opere di bonifica” non ci conforta poiché ben 22 milioni (50%) sarebbero utilizzati per depurare le acque di falda (percolato) per altri 15 anni.
Circa 21 anni sono già trascorsi più altri 15 previsti farebbero un totale di 36 anni in totale, il percolato che doveva tendere a zero secondo l’Accordo di Programma del dicembre 2000, continuerà a non esserlo, notizia decisamente negativa per la Valle Bormida piemontese.
Come abbiamo più volte ribadito, nel corso di questi anni (con l’evidenza di dati ufficiali), l’Area A2, in toto, non offre garanzie causa l’andamento della falda sub-superficiale che si innalza fino al livello del piano di campagna.
Questo fatto, ben documentato, va inoltre ad inficiare il parziale intervento pregresso di bonifica effettuato su una parte limitata dell’Area sia come estensione sia come profondità raggiunte, sostituendo appunto i terreni contaminati con terreni puliti, ma i continui movimenti della falda inquinata provocano nuovamente la contaminazione dei terreni puliti sostituiti, oltre a tutti i dubbi e le stringenti prescrizioni emanate dal Centro di Competenza Idrologica e Idrogeologica della Provincia di Savona in data 17 giugno 2014.
Dovendo poi, per costruire un carcere che rappresenta una notevole struttura edile ed impiantistica specifica, fare importanti fondazioni, tutto ciò può interferire con le operazioni indispensabili di emungimento del percolato per il monitoraggio quali-quantitativo tramite pozzi piezometrici e quindi della sua depurazione.
In caso di movimentazioni di questi terreni bisogna poi ottemperare a ben 24 punti di prescrizioni, come da Delibera Dirigenziale della Provincia di Savona in data gennaio 2010, questo solo per quella parte indagata e limitata dell’Area A2. Sulla base delle considerazioni esposte, essendo l’Area A2 gravata da grandi problematiche relative a suolo, acqua ed aria è automatica anche la richiesta di Valutazione d’Impatto Ambientale.
Nello stesso articolo giornalistico si fa solo un breve cenno al rischio idraulico, ben evidenziato invece dagli eventi alluvionali degli ultimi 10 anni, senza dimenticare la terribile alluvione del 1994, nonché le affermazioni di criticità della zona sia da parte del P.A.I. sia dalla Regione Liguria, ne dimenticando la presenza, qualche Km. più a monte del sito ex ACNA della diga di Osiglia-Osiglietta con una capacità di oltre 10 milioni di metri cubi.
Considerando “l’urgenza” che traspare, dalle dichiarazioni riportate nel citato articolo, di costruire il Carcere Provinciale, pensiamo ci siano altri luoghi più sicuri e non interessati da un inquinamento cronico di sostanze molto pericolose, ad esempio l’ex caserma, ormai in disuso, di Cairo Montenotte.
Del resto anche l’Associazione Antigone (Diritti e Garanzie del Sistema Penale) tempo fa ha fatto le stesse nostre considerazioni dando un giudizio nettamente negativo sulla possibile scelta dell’Area A2 ex ACNA di Cengio.
Meglio sarebbe sentir parlare o dibattere del Centro di Ricerca e Studio per le Bonifiche, previsto da uno degli articoli del già citato Accordo di Programma sottoscritto da tre Ministeri, due Regioni, il Presidente ENICHEM, il Liquidatore dell’ACNA ed il Commissario di Governo incaricato della bonifica, articolo totalmente disatteso dopo la sostituzione dell’Avv. Leoni da Commissario Governativo.
Solo più recentemente è ricordato nell’Atto Dirigenziale della Provincia di Savona con la disponibilità di due caseggiati per ospitare la sede del Centro di Eccellenza, illustre sconosciuto.
L’Associazione è invece convinta che quella era la possibile strada per ottenere la vera bonifica e che lo è ancora, occasione da non perdere, il valore aggiunto di alto profilo per l’intera Valle Bormida. Terminata la vera bonifica totale dell’intero sito si potrà allora progettare, con cognizione di causa, il riutilizzo dell’Area A2.
Associazione per la Rinascita della Valle Bormida ODV