sabato 27 Luglio 2024 - Anno 33

COUNSELING E RABBIA

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Nel vivere le proprie emozioni la rabbia ha un ruolo importante, va accolta e rispettata, perché a tentar di frenarla o zittirla spesso si fa peggio: ci facciamo del male, non rispettiamo il nostro sentire, il nostro essere, rinneghiamo alcune nostre sfaccettature, rinunciamo ad una parte di noi che viene dal nostro profondo.
A furia di rifiutare di vivere la propria rabbia, rinunciamo ad uno dei nostri colori: rinunciamo al rosso fuoco, rosso come la rabbia, come il sangue, ma anche rosso come la vita che scorre in noi. E il rosso è un colore primario, un colore fondamentale della nostra palette di emozioni.
Se vogliamo parlare della rabbia, dobbiamo fare una precisazione: la rabbia è un’emozione, non un sentimento.
Qual è la differenza tra emozione e sentimento? L’emozione è molto passeggera; il sentimento invece è più radicato in noi e dura a lungo.
Capita spesso di osservare bebè che non vogliono fare o mangiare qualcosa e manifestano questo stato urlando o lanciando oggetti. Questo comportamento suggerisce che la rabbia è una delle emozioni innate, infatti si mostra fin da subito.
Si tratta, dunque, di un sentimento primordiale, di base, che è determinato dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova. Quindi, possiamo dire che la rabbia inizialmente ha una funzione adattiva.
Anche se è reputata scomoda o sconveniente, la rabbia ci serve e non dobbiamo eliminarla, domarla, zittirla o ignorarla perché anche se verrà rimandata indietro nelle nostre profondità, rischierà di accumularsi fino a farci scoppiare, allora sì che sarà sconveniente e dannosa!
Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia ciò che fa parte di noi e riconoscere che abbiamo il diritto di provare tutta la nostra gamma di emozioni: è l’unico modo che abbiamo di conoscerci davvero.
Come gestire quest’emozione? Possiamo individuare tre modalità di scarico: la prima è la rabbia “malevola” che esprime disprezzo o desiderio di vendetta; la seconda è di “sfogo”, scarica una tensione, spesso su chi non ha colpa.
C’è poi una rabbia “costruttiva”, quella che fa valere le proprie ragioni, comunica coinvolgimento e rafforza le relazioni (per esempio, se è rivolta a un amico gli fa capire che è importante per noi). Ecco, questa forse è la rabbia giusta, per la quale ogni tanto si può anche perdere il controllo.
C’è anche un’altra rabbia “positiva”, quella che ci aiuta a reagire e a uscire dai guai.
È l’emozione che nell’evoluzione ha aiutato i nostri antenati a difendere se stessi e la prole dalle minacce dell’ambiente e che, a differenza della paura, li spingeva all’attacco e non alla fuga.
È anche la stessa rabbia positiva che nella vita di tutti i giorni ci dà l’energia per abbattere l’ostacolo che ci impedisce di realizzare un bisogno o un desiderio: scatta in noi quando ci sentiamo defraudati di qualcosa, o quando non accettiamo un’ingiustizia.
Insomma, senza questa “energia rabbiosa” non avremmo la forza necessaria per affermare i nostri valori e far valere i nostri diritti.

Filippo Chiarlo
Gestalt Counselor Professionale
f.chiarlo@email.it

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