Da più parti si richiede più sicurezza, ma si tarda ad ottenerla.
SEMPRE MENO SICURE LE GRANDI CITTA’
Le cronache giornaliere raccontano sempre più spesso di rapine, furti, raggiri a danno degli anziani, risse, spaccio incontrollato,scippi , accoltellamenti ed altro ancora. Le città, specie le più grandi, stanno rapidamente cadendo in mano alla criminalità di qualsiasi genere ed anche le forze dell’Ordine, che non hanno la possibilità di agire con una fermezza che sarebbe necessaria, non riescono ad addentrarsi in certe “zone franche” dell’illegalità, in quei territori che alcune frange della nostra popolazione, installatesi in tempi relativamente recenti e spesso alleatesi con la nostra “criminalità organizzata”, hanno conquistato.
Una politica di accoglienza indiscriminata ed una oggettiva impossibilità a gestire in modo positivo questo fenomeno che richiederebbe, per poterlo inserire positivamente nel nostro contesto sociale, una volontà da entrambe le parti di volerlo fare, genera “sacche” di autonomia che vanno ad erodere e conquistare sempre più spazi; passando dalle stazioni ferroviarie alle estreme periferie sempre più degradate e “spopolate” dei residenti storici che in origine erano in maggioranza operai, piccoli artigiani e piccoli commercianti, che con fatica e speranza di un futuro migliore lavoravano dalla mattina alla sera sabato compreso.
Oggi non è più così, oggi con il business delle case popolari, della occupazione degli alloggi, dei falsi permessi di lavoro, del facile guadagno come influencer, rapper, spacciatori, con l’aiuto dei numerosi sussidi elargiti a pioggia, si è creata la falsa idea che per lavorare ed integrarsi civilmente in un contesto urbano nel Paese ospitante, non sia necessario sapere la lingua, conoscere le leggi, comportarsi in maniera adeguata al contesto sociale ed alla nostra civiltà. Oggi non pare necessario tutto questo, tanto anche se trovati a delinquere la “pena” è di poco conto, spesso irrisoria.
Ed allora succede che in certe zone delle grandi città come Milano, Torino, Roma ed altre ancora, la gente si senta insicura per le continue manifestazioni di violenza ai danni di chiunque si trovi a passare in una determinata zona a qualsiasi ora del giorno o della notte. E poi ci sono anche le discoteche, quelle discoteche che sono diventate “terra di nessuno” dove alcool, droga ed altro vengono consumate a piacimento da persone adulte o minorenni in cerca di “sballo” quello sballo che sempre più spesso sfocia in risse ed accoltellamenti per i motivi più futili. E mai si è sentito nelle cronache che una discoteca sia stata chiusa o comunque messa sotto l’attenzione delle Forze dell’Ordine o della Magistratura, spesso ben attenta ad altri fatti ed azioni.
E la scuola: divenuta anch’essa violenta sia verso i Docenti che tra i ragazzi stessi da non molto anche loro armati di coltello che tirano fuori al minimo “sgarbo” alla minima contrarietà, alla minima presunta vessazione di qualcuno. E stessa cosa per gli Ospedali, i Pronto Soccorso degli stessi, con personaggi che non accettano qualsiasi cosa non vada loro a genio, qualsiasi attesa un poco troppo lunga, qualsiasi fatto che vada contro il loro pensiero o desiderio. Spunta non il dialogo o la civile richiesta, ma solo la violenza che diventa distruttiva verso le cose, che sono un bene di tutti, e le persone che si sentono davvero sempre meno motivate nello svolgere il proprio lavoro.
Questo quadro, seppure ampio, non riesce a coprire tutte le sfaccettature di questo malessere, di questa sensazione di una società che sta cambiando ed è davvero cambiata, ma in peggio, seguendo i falsi profeti del buonismo, i falsi profeti che urlano bontà, aiuto al più debole, ma poi pensano solo al loro interesse; a quei falsi profeti che alle persone fanno conoscere solo i diritti e neppure l’ombra di un dovere, di un modo di farsi accogliere che deve essere anche disponibile al sacrificio ed all’impegno per essere un domani un bravo cittadino e perché no anche un bravo cittadino italiano!
Le “scorciatoie” quelle strade parallele che danno l’impressione di essere migliori della via centrale potrebbero anche, nell’immediato, far intravvedere dei vantaggi, per pochi, a scapito della buona qualità di vita di molti. Ma alla fine queste scorciatoie potrebbero non condurre nella direzione desiderata e danneggiare anche quei pochi che hanno scelto la via principale, quella del sacrificio e del buon comportamento, ma che li vedrebbe accomunati a quella maggioranza che di via non ne ha scelto nessuna e “spazia” in ogni dove senza curarsi di cosa succede.
Un maggiore controllo del territorio diventa, ogni giorno che passa sempre più imprescindibile, sempre più pressante, sempre più necessario per riportare “tutto” il nostro territorio sotto controllo, tutto il modo di vivere ed agire nel “solco” della legalità e della sicurezza per tutti. Nessuno dovrebbe uscire di casa e pensare che potrebbe essere derubato per strada o rientrare a casa magari dopo un ricovero in ospedale o una semplice vacanza e trovarsela “abitata” senza poter far valere il proprio diritto. Ed anche qui i “falsi profeti” hanno la loro brava parte molto grande di colpa incitando a compiere atti contrari alla legge ed anche alla civiltà di un Paese che ancora si definisce democratico e civile, ma che sta diventando un Paese “non sicuro” come quelli che le tante “liste politiche” definiscono tali e quindi non in grado di accogliere chi dovesse fuggire dal suo, di Paese.
Cosa possiamo chiedere, o meglio ancora auspicarci per il futuro? Semplice e difficile riassumerlo in poche righe, ma verrebbe da dire e concentrare tutto in una sola parola “tranquillità”. Meno burocrazia, meno permissivismo, più tutela del bene altrui, meno internet ed altre diavolerie informatiche che stanno avvelenando l’esistenza dei nostri anziani. Più rispetto delle Leggi che ci sono e se qualcosa manca perché non tutti i reati sono compresi nel Codice Penale, allora sbrighiamoci ad inserirli con la giusta pena. E se è necessario, visto che le carceri ormai “scoppiano” di residenti cerchiamo di mandarne molti scontare la pena nel Paese di origine e se del caso, visto che da decenni non si fa, costruiamo qualche carcere nuovo invece di chiuderne, assieme a molti Tribunali come fatto in un passato non troppo lontano. E se “arresti domiciliari “ debbono essere cerchiamo di non trasformarli in una “pseudo burla” come accade oggi. Se il galeotto ha la chiave della cella e del portone principale del carcere, magari una “fuga “ ogni tanto per continuare nei suoi “interessi” se la pure volentieri.
Aprire gli occhi invece di chiuderli e sognare, potrebbe essere la soluzione giusta come il non credere che tanta “umanità e bontà” non sia scevra da interessi…
Pier Marco Gallo