giovedì 12 Giugno 2025 - Anno 34

C’E’ UN TEMPO PER OGNI COSA

Partner

Sì bruciano i tempi della crescita e spesso si va incontro a gravi problemi.
Da qualche anno  siamo testimoni di una lunga serie di accadimenti che interessano molti  giovani e giovanissimi i quali, nonostante la giovane  o giovanissima età, sembrano godere sia di libertà assoluta che di sprezzo per qualsiasi forma di rispetto ed educazione verso gli adulti e la loro famiglia.
L’ultimo tragico caso riguarda la morte di una ragazzina appena quattordicenne uccisa a pietrate dall’ex “fidanzato”  diciottenne che lei voleva lasciare dopo una “relazione” durata due anni ed iniziata, quindi, quando la giovane di anni ne aveva 12 (dodici). Ora, desta molta preoccupazione, oltre al dolore per l’accaduto, che una famiglia potesse accettare una “relazione” parrebbe non solo platonica, tra una poco più che bambina ed un allora  sedicenne.
La legge porrebbe (ed usiamo il condizionale) severi limiti alle affettuosità erotiche tra minori di 14 anni, ma è evidente che questa sacrosanta norma  non solo sarebbe poco conosciuta, ma neppure presa in considerazione da giovani ed annesse famiglie.
Un tempo qualche filosofo paragonava bambini e bambine a dei “giovani adulti” credendo che, forse allora, nel contesto familiare ci fossero le condizioni per trattare i giovani anche in tenera età, come un adulto. Ma era filosofia e forse anche consapevolezza che un giovane sotto la “cupola” e l’esperienza della famiglia potesse crescere su modello dell’adulto, con ben chiari doveri e diritti (pochi), esempi da seguire e comportamenti da tenere.
Da decenni non è più così. La storica famiglia patriarcale, oggi tanto vituperata, non esiste più,  come da tempo non esistono più le famiglia che restavano unite anche quando i figli si sposavano o erano adulti. Dai primi anni ‘60, più o meno, ogni figlio fa famiglia a se e non raramente anche senza sposarsi, lascia la famiglia di origine.
Questa situazione unita alla necessità che i due coniugi o compagni lavorino entrambi, ha fatto si che i figli siano spesso lasciati soli o tenuti dai nonni, siano spesso lasciati in balia dei social e delle attrattive di una realtà che è solo virtuale, ma che attira e rende tutto possibile al di la ed al disopra di ogni pur minimo controllo.
Ai “no” per qualcosa, davvero rari, corrispondono tragedie, fughe da casa e crisi spaventose. All’educazione si crede ci possa pensare solo  la scuola o chissà chi, non la famiglia.
Ed allora ecco che se la scuola cerca di “segnalare” una qualche difficoltà nell’apprendimento si da la colpa  non al giovane, ma all’insegnante, ed ecco allora che per fare qualsiasi cosa ai ragazzi e ragazze non si danno orari, non si fanno raccomandazioni, tanto “fanno tutti così”. E se un dramma si consuma si pensa sempre che “tanto ai miei figli non potrà mai succedere perché sanno sempre quello che fanno!” No, non è così, purtroppo, perché spesso sono le famiglie, i genitori a non conoscersi tra di loro, tutti sempre intenti a “fare qualcosa”. Troppo stanchi per approcciare un qualsiasi discorso i genitori o troppo persi dal lavoro, dallo svago, dal pianificare le vacanze e troppo lontani da un simulacro di famiglia unita e solida  come dovrebbe essere, i ragazzi sono lasciati in balia dei social e delle amicizie, del “Branco” al quale forzatamente debbono appartenere per essere qualcuno o qualcosa.
Ed allora nei Branchi si creano le attività più svariate che spesso vanno a sfociare nella violenza, nell’uso gratuito della forza per sopraffare i più deboli, i solitari i bene educati (davvero pochi). Il Branco crea forza e da un senso di impunità ad ogni azione che si compie, ad ogni reato grande o piccolo in cui si incorre. Il Branco crea “legami” tra giovani uomini e giovani donne, legami  che spesso bruciano le tappe di una crescita graduale, bruciano i percorsi di crescita affettiva, mettendo ogni cosa  come in un tritacarne che macina sentimenti, comportamenti, esperienze adatte all’età.
E le famiglie, spesso”allargate” non sanno dare risposte ferme, non sanno più tenere il controllo degli adolescenti che oltre alla droga, all’alcool, alla sballo, si escludono una crescita graduale, il raggiungimento a piccoli passi della maturità, della indispensabile consapevolezza di se stessi. Il cammino verso una maturità adulta e consapevole viene bruciato negli anni in cui sarebbe necessario essere sereni, allegri, avere le prime esperienze sia affettive che di socializzazione.
La società attuale, i media e tutte le moderne tecnologie, sono solo suonatori di piffero che portano le giovani generazioni a non pensare con la propria testa, ma fare uso della scaltra testa degli “influencer” che senza fare nulla si prendono un mucchio di soldi.
Ci sono, ed è pur vero, famiglie come si deve e ragazzi che eccellono nello studio. Ma queste famiglie e questi ragazzi nell’attuale società avranno davvero pochi spazi e se vorranno trovare un’adeguata sistemazione dovranno, purtroppo uscire dal nostro Paese.
A nostro modestissimo giudizio ci dovrebbero essere due o forse tre generazioni da “risistemare” e molte delle nostre attività specie scolastiche da rivedere, come da  riavere dovrebbe  essere un poco più di severità nei confronti di chi sbaglia, di chi incita alla violenza, al sopruso, alla disobbedienza sempre e comunque, che fa della piazza di corteo, della protesta un motivo di scontro, magari senza comprendere per cosa è andato a protestare e come si dovrebbe protestare in modo serie e consapevole. Ma questa è tutta un’altra storia lontana dall’oggi.

Pier Marco Gallo

P.S. So che questo scritto potrebbe apparire ovvio, logico, confusionario o inutile, ma chi è arrivato in fondo  forse avrà modo di riflettere e magari cercare una soluzione ed una esposizione migliori di questa.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome qui

Partner

Ultimi Articoli