Stiamo ripercorrendo la stessa strada che portò alla seconda guerra mondiale? Non giochiamo alla guerra!
In questi ultimi tre mesi, dopo la fase acuta della pandemia, il mondo intero, o almeno una buona parte di esso, sembra volersi concretamente avviare verso una nuova epoca di dolore, rovine e morte. Si ha la sensazione che sia da una parte che dall’altra ci si stia incamminando verso uno stretto sentiero circondato da altissimi muri, che porta verso una guerra totale, che , e si spera di no, se si concretizzerà, a nessuno dei contendenti porterà benefici; sia che si vinca sia che si perda.
In un mondo che sembra da qualche decennio governato da personaggi con una scarsa visione generale di come sta, su questo nostro pianeta, l’umanità, ci si concentra su pericolose esibizioni di potere tra le massime potenze nucleari mondiali. Esibizioni pericolose perché anche chi premerà per primo il fatidico bottone verrà distrutto.
Se leggiamo la storia degli anni trenta del secolo scorso, degli ultimi anni che precedettero la seconda guerra mondiale, troviamo molte analogie con la situazione attuale.
Allora il cuore dell’Europa si mise a battere all’impazzata spinto dalle bramosie e dalla sete di potere di un uomo che con gli atti e le parole seppe incendiare un popolo e lo costrinse a seguirlo in una folle avventura. Oggi altri uomini più o meno assetati di potere e di passare alla storia come “grandi”, vogliono conquistare altri uomini ed altri popoli, desiderano “lo sbocco al Mare” costi quel che costi, in vite umane, sofferenze ed azioni aberranti. La “Legge del più forte” non ha mai pagato. Ha illuso, ma non è durata a lungo, non è mai stata “vera gloria” oggi come nel passato.
Gli attacchi pensati e posti in essere di una Nazione verso un’altra Nazione non dovrebbero essere tollerati in un Mondo come il nostro, con i commerci che, comunque, possono arricchire, dare potere e far star bene il popolo.
Ma l’ansia di Gloria la sete di potere, il sentirsi protagonista delle Storia, annebbiano la vista e soprattutto la mente. Il fiume si ingrossa per le piogge, travolge tutto, trasforma il suolo, ma poi, nel tempo, nuovi alberi, nuove case, nuovi insediamenti umani nasconderanno tutto e ci si dimenticherà di quel fiume che tutto aveva distrutto. La Storia è questo, il lento evolversi del tempo è questo: tutto cambia perché nulla resti immobile nel tempo. E’ una rotazione come quella terrestre la vita sul nostro Pianeta; una rotazione che macina dolori e gioie, felicità e disperazione, gloria e bassezza.
Ogni cosa al suo posto giusto. I buoni di ieri sono i cattivi di domani ed i vincitori di oggi sono i perdenti di domani. E’ il tragico destino degli equilibri che l’uomo crede di poter spostare a proprio piacimento.
La Russia, un tempo URSS era uno sterminato Impero che “conglobava” popoli, nazioni ed etnie. Un Impero che si è dissolto con la caduta di un muro. Gli USA sono stati per anni la prima potenza mondiale, i “guardiani del Mondo” o, almeno, di una parte di esso. Ma la lenta rotazione della Terra ha, nel tempo, modificato queste situazioni, questo stato di cose, inserendo altri “fattori”: la Cina, l’India e poi tante altre “Potenze” locali che un ruolo lo hanno pure loro.
A completamento di questo quadro inseriamo le Nazioni Unite, grande invenzione, grande potenziale possibilità di gestire le controversie e di mettere sulla lavagna i “buoni ed i cattivi”. Ma non funziona, e mai funzioneranno così come sono state concepite.
Perché, sino a quando vi sarà la possibilità di cancellare i cattivi dalla lavagna, i buoni perderanno sempre. Il famigerato “Diritto di Veto” di cui godono alcune Nazioni è quel granello di sabbia in grado di bloccare l’intero ingranaggio e sino a quando non si avrà la forza di tiralo via, le nostre “care “ e costosissime Nazioni Unite non potranno intervenire nelle situazioni di maggiore pericolo. Non potranno “mettere a cuccia” il cattivo, né potranno garantire la sicurezza di tutte le Nazioni al loro interno.
Altro discorso per la NATO che, crediamo, oltre un certo limite non potrà andare, a meno di non scatenare quel conflitto che si cerca di evitare. Ed anche qui si intuisce che, al di la di una reciproca prova muscolare e di comunicati più o meno bellicosi, le controversie si risolveranno come al tavolo del “braccio di ferro”.
Vincerà il più forte e determinato, vincerà che avrà i piedi meglio piantati sotto il tavolo, i muscoli allenati e la possibilità della spinta decisiva per far toccare alla mano dell’avversario il legno del tavolo.
Non vogliamo affermare che i buoni siano gli aggrediti ed i cattivi gli aggressori perché la risposta sarebbe ovvia e scontata, né vogliamo affermare che un popolo, una Nazione, debba sottomettersi ad un’altra che la invade per sete di conquista definendo una Guerra di Aggressione “Operazione Speciale”. Ma il mondo della comunicazione e dell’informazione, quando si vuole dimostrare l’indimostrabile, sa trovare i termini giusti e le giuste motivazioni da elargire al popolo sia esso libero o “governato”. I prossimi mesi e poi la Storia, negli anni, ci potranno, forse, dare una risposta definitiva ed equilibrata….forse….
Pier Marco Gallo