sabato 27 Luglio 2024 - Anno 33

AD ALDO MOLA PREMIO SEMERIA ALLA CARRIERA

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Piovono premi nel Teatro del Casinò di Sanremo alle h.16 di domenica 9 ottobre, Sant’Abramo. L’Equinozio d’autunno, appena trascorso, è la stagione giusta, per raccogliere frutti, potare, preparare la semina.
La Giuria popolare decreta i vincitori del concorso riservato a opere letterarie e consegna numerosi premi per altrettante pubblicazioni fiorite nel Ponente Ligure a conferma della sua vivacità culturale, come ricordano i coordinatori della manifestazione.
A Marzia Taruffi, responsabile dell’Ufficio Cultura del Casinò, vincitrice del Premio Acqui con il romanzo “Il Podestà ed Esterina”, storica del Casinò e stratega dei Martedì  Letterari, restituiti a nuovo prestigio internazionale per impulso di Antonio Semeria, presidente del Casinò negli Anni Ottanta e dedicatario del Premio articolato in varie sezioni, sul palco del Teatro si alternano Mauro Mazza, Matteo Moraglia, Marino Magliani e Carlo Sburlati, che illustrano le opere dei premiati e coinvolgono il pubblico, che si prevede folto e qualificato.
I Trofei del Premio Casinò di Sanremo 2022 vanno al regista e scrittore Pier Francesco Pingitore e a Marco Follini, politico e politologo di razza.
All’anonimato di uno scanno in Parlamento da anni ha preferito la cattedra vera: il dialogo con i lettori delle riviste e dei quotidiani ai quali collabora.
Il Premio Antonio Semeria 2022 alla carriera è assegnato allo storico Aldo Alessandro Mola, editorialista del “Giornale del Piemonte e della Liguria”, talvolta presente anche nelle pagine nazionali di “il Giornale”, che recentemente ha proposto in edicola due sue opere: “Monarchia o repubblica? Quel 2 giugno 1946” e la biografia di Vittorio Emanuele III, che sta trasformando in volume per le librerie. Cuneese (classe 1943), laureato in filosofia a Torino con un tesi sul Partito d’azione, premio Giangiacomo Feltrinelli Lezioni di storia contemporanea, pubblicata in tre volumi, docente di ruolo di storia e filosofia nei licei dal 1969 e preside di liceo dal 1977 per 21 anni, dal 1980 Mola è Medaglia d’Oro per la Scuola, l’Arte e la Cultura (decreto Sandro Pertini).
A volumi frutto di ricerche d’archivio, accompagna direzione di collane, curatele, organizzazione di centri di studio, associazioni culturali, convegni, pubblicazione degli atti e conferenze in Italia e all’estero. Ha all’attivo la condirezione di “Il Parlamento italiano, 1861-1992”, un’opera in 24 volumi voluta da Francesco Cossiga, “Italia, un Paese speciale” (4 voll. 2011) e libri più volte aggiornati e ristampati su tre filoni di ricerca. La sua “Storia della massoneria in Italia” risale al 1976. Dopo le versioni del 1992 e del 2018 ne sta preparando la quarta, completamente innovata.

Da sinistra: l’ing.Gianni Stefano Cuttica, segretario della Consulta dei senatori del regno; la Principessa Maria Gabriella di Savoia, Carlo Sburlati e Aldo A. Mola.

Alla “Storia della monarchia in Italia” (2002) ha accompagnato saggi e volumi collettanei sull’argomento, mai agiografici. La sua biografia di Giovanni Giolitti (2003) dal 2012 è nei Classici della storia Mondadori, comprendente opere di Tucidide e di Winston Churchill. Il suo volume “Gelli e la P2 tra cronaca e storia” (tradotto anche in romeno) fu anticipato in lezioni  dalla Cattedra Théodore Verhaegen dell’Università Libera di Bruxelles, di cui è contitolare. Con la Principessa Maria Gabriella di Savoia ha promosso e condotto in porto la traslazione delle Salme di Vittorio Emanuele III e della regina Elena dall’estero al Santuario-Basilica di Vicoforte. Da un quarto di secolo è ospite dei Martedì Letterari del Casinò di Sanremo.
Raggiunto al telefono, Mola ha espresso gratitudine per l’onore che gli viene conferito e ha dichiarato preoccupazione per il futuro della storiografia in Italia. “Anzitutto, ha detto, aumentano le difficoltà di accesso agli archivi, a cominciare dall’Archivio Centrale dello Stato, per carenza di personale e conseguente ritardo nel riordino dei fondi documentari versati da Istituzioni pubbliche e da privati. Inoltre incombe la legge “sulla Memoria”, introdotta in Francia dal 2001, che impone una visione capovolta del passato. Su quel modello in Spagna imperversa la legge sulla “Memoria democratica”, che si sostanzia nella condanna unilaterale di mezzo secolo del Paese, ormai succubo di una visione meramente ideologica.
Anche in Italia, come deplora anche uno studioso quale Dino Messina, cominciano a essere eretti steccati separanti i temi ammessi e raccomandati da quelli sconvenienti e sconsigliati. Gli aspiranti storici vengono spinti alla autocensura. Imperversa, infine, la cancellazione del passato, secondo la quale l’Europa deve vergognarsi di aver unificato il pianeta con i suoi navigatori, esploratori, geografi, scienziati, antropologi.
D’altronde il Trattato costitutivo dell’Unione Europea ha ignorato le radici greco-latine ed ebraico-cristiane della civiltà europea, in nome di un generico umanesimo.
Se ne scontano ogni giorno le conseguenze. Proprio mentre se ne celebrava il VIII centenario della morte, Dante Alighieri è risultato un autore scomodo, da censurare. Di questo passo verrà vietata la lettura di classici come l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide e la Bibbia sarà vietata per la licenziosità del Cantico dei Cantici e il pessimismo leopardiano dell’Ecclesiaste. Stessa sorte toccherà a molte pagine del Nuovo Testamento, a cominciare dalla esemplare cacciata dei profanatori dal Tempio da parte di Gesù Cristo.”
Il dibattito è aperto.

CARLO SBURLATI

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