sabato 27 Luglio 2024 - Anno 33

LA FABBRICA DELLA GRANDE POVERTA’ E DEI GRANDI PROFITTI

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Siamo in mezzo alla tempesta perfetta.

Da tempo nuvole nere si stavano addensando sul nostro Paese e su buona parte dell’Europa, ma nessuno sembrava farci caso, ed anche i primi lampi e tuoni non hanno smosso più di tanto il nostro Paese ed una sonnolenta Unione Europea, molto più attenta a questioni marginali ed a dispute attinenti il predominio di una Nazione sull’altra o al fantasma del sovranismo. Poi, quando la pioggia ha iniziato a cadere ed i prezzi di materie prime come energia elettrica e gas hanno iniziato ad aumentare  a due cifre, si è data la colpa alla guerra tra Russia ed Ucraina e si è tirato dritto.
Poi, ancora, quando la pioggia si è tramutata in grossi chicchi di grandine ci si è allarmati e ci si è mossi come un branco di galline nel cui pollaio sia entrata la volpe.
Il risultato che i costi dell’energia sono impazziti rimbalzando verso l’alto senza alcun controllo tra gli oooh di sorpresa dell’Europa e di buona parte delle Nazioni che la compongono. Poi, prima e dopo la tornata elettorale del 25 Settembre, si è parlato di “caro bollette” di sussidi da erogare un po a tutti, di mirabolanti sostegni alla parte più debole ed esposta all’aumento generalizzato di ogni cosa, tanto con la scusa vera o supposta del caro bollette tutto si poteva aumentare.
Ma con un Governo in scadenza ed un altro ancora da concepire poco si poteva fare ed in effetti poco si è fatto. Ma il fatto grave e preoccupante è che non si capito o voluto comprendere che il problema va risolto alla radice, dalla causa e non dagli effetti.
Si permette che il mercato libero dell’energia scorrazzi liberamente per la nostra invalida Unione Europea, si permette che uno Stato, un solo Stato governi a suo piacimento, con il benestare di tutti, un settore fondamentale dell’economia di noi tutti, quell’economia che se si ritrae crea una miriade di problemi a tutti, cittadini, industrie e produttori di qualsiasi cosa. Questo se non lo si è compreso è grave, ma se non lo si è voluto comprendere è ancora peggio poiché tamponare le falle attuali senza chiuderle significa lasciare una via completamente aperta per il futuro, una via che porta enormi ricchezze a pochi e grande sofferenza sicura per il futuro a molti.
Non sarebbe poi secondaria la questione sociale poiché se mancano i soldi e mancano i posti di lavoro con costi di produzione non più sostenibili, si va a creare un cortocircuito micidiale che potrebbe privare molte fasce sociali e molti giovani di quella disponibilità economica della quale hanno goduto sino a pochi mesi fa e, conseguentemente, aumentare la delinquenza o i traffici illeciti. Il disagio sociale ha, da sempre, portato a grandi manifestazioni di protesta a cortei nei quali chi lo desidera ha la possibilità di infiltrarsi per far prevalere la violenza alla ragione, la prevaricazione al buon senso, il caos all’ordine sociale.
Teniamo sempre ben presente che chi non ha nulla da perdere è disposto a tutto, costi quel che costi, tanto, appunto, non ha nulla da perdere e può agire come suggerisce l’istinto e la rabbia che porta ad odiare chiunque “abbia qualcosa in più” chiunque possa ancora permettersi quello che a lui manca e prima aveva.
Il prossimo Governo di Centro Destra con la sua maggioranza assoluta nei due ridimensionati numericamente, rami del Parlamento avrà in mano una bomba pronta ad esplodere, una mina sulla  quale sarà possibile saltare e quindi dovrà soppesare attentamente ogni passo, ogni decisione, ogni atto che poi da formale si tradurrà in sostanziale per la nostra società.
L’Unione Europea, in questo frangente, sembra aver perso completamente la direzione da seguire, sembra aver smarrito anche quella scarsa compattezza che prima di questa tempesta perfetta la teneva insieme.
Ci viene da credere che sarà logico, per il futuro, che l’Unione o gli Stati membri eliminino dal mercato libero la gestione delle materie prime che sono come il sangue nel nostro corpo, sono quello che ci fa vivere decorosamente e non dovrebbe mai essere gestito da personaggi  che pensano solamente al grande profitto ed al grande interesse.
Gestire gas, energia, petrolio, sanità, trasporti, istruzione a livello centrale, in periodi come questi, dovrebbe fare solo bene, se ci sono persone capaci ai bottoni della consolle. Ma ci saranno queste persone capaci, ci sarà chi avrà l’esperienza di schiacciare il bottone giusto? Questo non siamo in grado di dirlo, ma ci viene da credere che sarà indispensabile trovarlo. Il problema caro energia va risolto alla radice e non prelevando degli extra profitti che poi non si sa neppure bene dove e come andare a prendere! Noi, ora abbiamo un albero malato che produce frutti malati e pensiamo a mettergli attorno una bella aiuola, una palizzata ed un bel praticello verde, ma la pianta è e rimane malata, i suoi frutti, quei pochi buoni, costano sempre più cari e sono difficili da trovare. Ed allora una volta per tutte tagliamola questa pianta e vediamo di metterne una nuova ed in salute.

Pier Marco Gallo

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