In anteprima l’’ultimo libro in uscita nei prossimi giorni è un volume di due autori: Cesare Verlucca e Michela Mirici Cappa.
Il libro è frutto di un sapiente connubio fra i testi poetici di Cesare Verlucca e l’interpretazione con spettacolari immagini della pittrice Michela Mirici Cappa.
L’artista interpreta con forza lirica e finezza psicologica, inventa situazioni sfuggenti a inquadrature statiche, che aspirano a cogliere ogni singola sfumatura dei versi, fissando su tela una temporalità immediata. Come si suol dire: “Carpe Diem”.
Una voglia improvvisa
Improvvisa
una voglia m’ha aggredito
che, da tempo lieve, mi sorrideva:
tentar la salita all’Olimpo, dove
i lemmi si fanno suoni,
sorrisi, sentimenti, sensazioni.
Aggrovigliate ai precordi
le parole stentano a tenere il passo,
svagando in vicoli ignori dai quali
ardua s’appalesa l’uscita
a riveder lontane stelle sconosciute.
Eppure, da sempre, credo
esistere un mondo c’amerei
conoscere e frequentare;
da sempre sento urgere
l’empito di poetiche prose,
temendo d’affrontarle tuttavia;
e viaggio come cieco nella notte illune
sognando stelle inesistenti
nella certezza che un traguardo esista,
ma che mai solingo riuscirò
a varcare in questa vita
e fose, neppure
nell’eventuale successiva.
Primo aprile
Pallido un solicello
ride
dall’alto del monte
che mi fronteggia:
io penso a uno scherzo,
perché la giornata
era annunciata
piovosa.
Poi guardo la data,
e mi dico
che anche il sole
ha diritto ad aprile
di giocare coi pesci.
E mi vien che ridere:
sempre così è la vita,
attendi la pioggia
e il sole spunta
dall’alto del monte;
speri il sole, ma torni a casa
bagnato
come un pesce
d’aprile.
Il peso dei sentimenti
Non è vero
che i sentimenti non pesino:
l’inutile attesa di un sogno
che non s’avvera;
l’affetto che, per non cadere,
s’aggrappa
a sporgenze della mente;
un pensiero che trema
e non sa
darsene una ragione;
il desiderio celato
in un informale sorriso;
un bacio perso per una
promessa mancata;
tutto stranamente sul cuore
grava, siccome il mattone
della storiella cinese,
e il tempo trascorre immemore
ignorandone la pena.