Caffè, caffè, caffè: buono quello fatto in casa; così, così al bar; mediocre dalla macchinetta. Fuoco, fuoco, fuoco; fiamme, fiamme, fiamme. Divampano, anche per il travaglio esistenziale di svariati personaggi.
Il caffè e il fuoco sono alcuni degli elementi che scorrono tra le pagine dell’ultimo libro di uno scrittore prolifico, molto legato all’ambiente in cui vive: la Val Borbera. Si tratta di Diego Figini e della sua ultima fatica letteraria. Titolo: “Appena prima della Campagna” (Aletti Editore).
Vicende quasi sempre amare, travagliate, con qualche filo sottilissimo di speranza; anche con un pizzico di erotismo agli albori di una relazione sentimentale: come andrà a finire tra i due? Forse ci sarà risposta nel prossimo… libro.
Tutte le vicende narrate non sono facili da sbrogliare: rapporti tra amici che si sgretolano o si riallacciano dopo le rotture. Non mancano colpi di scena: una morte annunciata e una “ a sorpresa”.
Un girotondo, ben oltre a un passo dalla campagna, nel mondo agreste, anche di altri tempi. E si gira, si gira attorno alle questioni vitali di sempre. La convivenza tra persone di età diverse, che spesso non si capiscono.
Dall’osservatorio campagnolo, Genova, che in realtà non è lontana, sembra appartenere a un altro pianeta. Vi si fa una fuga, per riprendere (non sveliamo chi) una persona, ma non si vede l’ora di tornare a casa.
E più vicino il deserto dell’americano Colorado dove, nella immensa distesa, emergono…E no! Lasciamolo scoprire al lettore.
Per tutte le pagine del libro scorre il fuoco delle difficoltà della vita, dei pianti generazionali: lacrime ad ogni età.
Tra le dune ci sono tanti miraggi e tristi rivelazioni: anche nella campagna di casa ce ne sono. Non soltanto incubi, pure sogni.
Uno di questi è Londra che si vagheggia da tempo, però non si riesce mai a raggiungere. Eppure tale sogno è destinato, prima o poi (ma facciamo prima, dai!) a diventare realtà.
Così dal Borbera si raggiunge il Tamigi e la mitica città dove i travagli, uno dopo l’altro, raccontati in queste pagine, sembra che non finiscano mai.
Mondi di ieri e di oggi si intrecciano in maniera inquietante.
Ci sono speranze? Non è facile rispondere, ma la scoperta dell’amore può dare amarezze e incanti: piacevoli sorprese sempre in agguato.
Ci si innamora pure della campagna, al di là dell’“appena prima”: non si dimentica mai, anche se si è nell’intrico dei carruggi di Genova, lungo il Tamigi della storia e della modernità o nell’immensa distesa di sabbia.
Del resto senza fare troppa strada e rimanere non lontani dai protagonisti di questo volume, basta recarsi nel Borbera, lungo i suoi bastioni rocciosi, nelle Strette o in altre zone, per fantasticare accompagnati dal rumore dell’acqua: è il suono della vita, degli anni, dei secoli che passano lungo queste rive. Adesso tocca al lettore andare alla scoperta di… Aprite le pagine e buona lettura.
(g.t.)