sabato 27 Luglio 2024 - Anno 33

IL SENSO DELLA POLITICA OGGI

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Siamo, come di consueto, in pieno marasma elettorale. Ogni grande, medio o piccolo esponente politico si “sbatte” per cercare di portare voti al partito che rappresenta. E questo potrebbe anche apparire giusto se tutte queste “manovre o manovrine” non sembrassero ai più come uno dei tanti spot pubblicitari quotidianamente ammannitici sulle varie reti tv dove tutto appare possibile, rapido ed accessibile.
Su ogni questione grande o piccola appare puntualmente in video il rappresentante politico di turno per i suoi trenta secondi di discorsino preconfezionato, con la sua infallibile ricetta per “aiutare “il Paese ed i cittadini” ai quali ogni attenzione è riservata.
A parole. Se poi qualcosa non va per il verso giusto ci pensa una certa parte della Magistratura a tirare fuori dal cassetto qualche scheletrino gelosamente custodito ed emettere qualche “avviso”.
Un tempo ormai troppo lontano fare politica era un’arte ed un privilegio che consentiva, sì di mettersi bene economicamente, ma anche di avere la responsabilità e l’onore di servire il Paese e quanto esso conteneva. Da anni, ormai, assistiamo a governi guidati da non eletti, formati da maggioranze che non si capisce bene come possano stare insieme, quando’ quelle stesse maggioranze, in campagna elettorale si erano buttate addosso tir di contenitori di immondizia, pieni.
Adesso, mente tiriamo via dalla nostra mente queste righe, si stanno analizzando i primi risultati della Amministrative, nomi, cifre, raggruppamenti, uomini nuovi forse, e facce conosciute di certo. Qualcuno di questi siederà sulla poltrona più importante di molte città importanti Roma, Milano e Torino, tanto per fare qualche nome illustre, ma siamo certi che tra cinque anni, quando il loro mandato sarà in scadenza, molti dei problemi di oggi resteranno, molte delle promesse elettorali resteranno tali.
Ci incombe pesantemente sul capo l’aumento del costo dei combustibili gasolio e benzina, di luce, gas e materie prime che, inevitabilmente, portano già ora, e porteranno in un futuro molto vicino, un consistente aumento di spesa per le famiglie. Siamo certi che si continuerà a tassare il ceto medio, quei “ricchi” cha hanno la casa di proprietà e magari, “sti ricchi”, anche una seconda casa, vuota o in affitto, a volte con dentro persone che non pagano o che la occupano abusivamente. Si faranno, giustamente delle “agevolazioni” per le famiglie più povere, ma queste agevolazioni saranno pagate dal ceto medio “ricco” che “possiede” e che piano piano tenderà ad amalgamarsi con il ceto meno abbiente che per sfortuna o scelta di vita non avrà potuto o voluto mettere “qualcosa” da parte.
Ma qui la politica arriva tardi e male, troppo intenta ad occuparsi di troppe cose, di far sentire comunque la propria voce, di prendersi un potere che sarebbe opportuno gestire con maggiore consapevolezza, pensando che, questi attimi di gloria possono passare presto, come passano le percentuali al di sopra del 40% (leggi Renzi e Salvini).
Cantavano tanti anni fa i Nomadi di Augusto Daoglio: “Una politica che è solo far carriera, il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto” (Dio è morto). Frasi che sono di una modernità sconcertante. Ma dimenticate!
Certamente molti personaggi che stanno nel sottobosco della politica, solo per il fatto di essere a contatto con i Potenti credono sia loro tutto concesso, ma non è sempre così. A volte la buccia di banana è subito dietro l’angolo e se si scivola ci si fa male davvero e si perde tutto. Non credo si vogliano dei politici parrucconi, noiosi ed intransigenti, ma seri, preparati e meno famelici di benefici e consensi, sì.
I problemi, quelli della quotidianità delle persone si conoscono bene, ma cercare di lavorarci sopra seriamente, pare interessi poco. In un posto pandemia ancora di definire bene nei suoi contorni, ci immergiamo nel green, nell’ecologico, nel mondo da salvare adesso e subito. Ma non teniamo conto che molti paesi altamente industrializzati di salvare il mondo ne hanno assai poca voglia. E questi Paesi sono, probabilmente, quelli che inquinano di più, quelli che hanno meno regole sul lavoro e quindi possono produrre a prezzi più bassi. Noi, al solito, ci accorgiamo dopo che un mondo verde ha dei costi altissimi e forse poco sostenibili a meno che non si vogliano creare dei nuovi poveri.
Un famoso giornalista defunto non molto tempo fa diceva che “una certa parte della politica ama tanto i poveri che cerca di produrne sempre di nuovi”. Sagge parole che oggi sembrano ancora più attuali come le strofe della canzone dei Nomadi.
Se si riuscirà a trasformare la politica da un buon, anzi ottimo affare per chi la pratica, in un lodevole interesse per il bene nazionale, anche migliorando nel contempo, perché no, la propria condizione economica, avremo qualche possibilità di avviarci verso un miglioramento lento e graduale, ma sicuro. In caso contrario continueremo a muoverci più per interesse che per convinzione di essere nella direzione giusta.
Il messaggio più importante potrebbe venire dai giovani, dai ragazzi che ci gridano di salvare il mondo, ci dicono che non ne abbiamo un secondo.Ma attenzione a non fare di questi ragazzi un veicolo inconsapevole per gli interessi degli adulti e della politica. Maneggiare con cura, come tutte le cose giovani e fragili.

Pier Marco Gallo

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