sabato 27 Luglio 2024 - Anno 33

“Con 10 Sburlati sarebbe cambiata la cultura italiana”. E la destra. Troppo pericoloso..

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“Sarebbe bastato avere 10 Carlo Sburlati per cambiare completamente la cultura in Italia”. Purtroppo, però, di Sburlati ce n’è solo uno. Ad Acqui Terme, in quella parte della provincia di Alessandria che sente più il profumo del mare di Liguria che gli odori della montagna piemontese. A sostenere la capacità rivoluzionaria in ambito culturale di Sburlati – che è un primario ospedaliero e non un organizzatore di eventi a tempo pieno – è uno di quei pochi esponenti della cultura non conforme che, con la propria attività e senza concessioni al politicamente corretto, ha vissuto benissimo anche sotto l’aspetto economico.
Non si rivela il nome solo perché le sue erano considerazioni nell’ambito di una conversazione privata e non voleva che sembrassero una sorta di piaggeria.
Dunque, in mancanza di cloni, il medico acquese resta un unicum. Merito suo, da un lato. Ma profondo demerito per tutta una classe politica di destra e di centrodestra che non ha fatto nulla per seguirne l’esempio. Indubbiamente un modello fastidioso per chi ha sempre preferito occuparsi di appalti per i tombini. Perché, con pochissimi denari e tanta intelligenza, Sburlati ha preso un premio semiclandestino e riservato a neo stalinisti in servizio permanente effettivo e lo ha trasformato in un appuntamento di cultura nazionale ed internazionale dedicato alla Storia. Per poi affiancarlo con un  altro premio legato all’ambiente e per inserire il tutto in una cornice di cultura e spettacolo a 360 gradi.
Ha portato ad Acqui Pupi Avati e Carlo Verdone, ha premiato Battiato e Cristicchi, Albertazzi e Claudia Cardinale, Montanelli e Massimo Ranieri, Alberto Sordi e Feltri, Pansa e Pingitore, Greggio e Ida Magli, Berruti e Cuccarini, Buttafuoco ed Enrico Vanzina, Sgarbi e Mogol. Solo per citare alcuni degli ospiti arrivati ad Acqui al di là dei premi per i libri sulla Storia e sull’Ambiente.
Ma, probabilmente, il capolavoro di Sburlati è stato quello di far convivere tutte le varie anime del mondo “non conforme”. Ex parlamentari con ex extraparlamentari, europeisti e sovranisti, populisti e conservatori, neorivoluzionari e cattolici tradizionalisti. Praticamente un miracolo “perché – assicura l’interlocutore anonimo – quando metti nella stessa stanza due intellettuali di destra, della medesima corrente di pensiero, dopo pochi istanti di convenevoli non si metteranno mai a valutare forme di collaborazione ma inizieranno a litigare furiosamente su una definizione, sulla posizione di una virgola in un discorso, sul colore giusto per una parete”.
Però, ad Acqui, erano riusciti a convivere senza sbranarsi, mantenendo le posizioni ma collaborando. E dando vita ad una avventura culturale che non ha avuto imitatori. La cultura fa paura all’interno del grande raccordo anulare di Roma, fa paura in via Bellerio, è una perfetta sconosciuta ad Arcore. Se ci fossero stati 10 Sburlati sarebbe cambiata la politica italiana e l’intero centrodestra. Troppo pericoloso.

AUGUSTO GRANDI

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