sabato 27 Luglio 2024 - Anno 33

GREEN E GUERRA

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Le due parole più usate in questi ultimi anni
GREEN E GUERRA
Una delle più famose profezie di Nostradamus, forse la più spaventosa, recitava “mille e non più mille”. Ora se questa affermazione si riferisse agli anni intercorsi dall’era d.c. o ad altro, forse la certezza non è assoluta, ma sicuramente dall’inizio del terzo millennio, quel 2000 che avrebbe potuto causare blocchi di internet e sciagure varie nel mondo, poi non verificatesi, ed aveva portato ad annunciate fini del mondo molto ravvicinate da parte delle frange più estreme degli ecologisti a tutto tondo, e poi non rivelatesi esatte.
Questo post 2000, dicevamo, sta comunque suscitando delle vaghe apprensioni poiché prima il Covid 19 e poi, negli ultimissimi anni, una serie di guerre che imperversano praticamente in ogni angolo della terra, sembrano aver preso il sopravvento.
In Europa, nella “nostra” Unione Europea, non scevra da scandali ed interessi privati dei suoi strapagati rappresentanti, la parola d’ordine sembra essere il “green” sempre ed a qualunque costo, in barba a quanto potrebbe costare ed a quali rischi di povertà potrebbe arrecare ad un qualche milione di individui che le “spese green” non potrebbero sicuramente sopportare, come non potrebbero sopportare le enormi spese sia in termini economici che di serena convivenza  delle numerose guerre in atto e l’assalto continuo alle nostre coste e confini.
Ora, se la guerra è e deve essere un evento da evitare, ma a volerlo dobbiamo essere tutti, ma proprio tutti, nessuno escluso, e la cosa diventa difficile, l’idea di essere in pratica i soli al mondo ad avere l’ansia di ridurre drasticamente l’inquinamento, quando le statistiche più accurate dimostrano che la vecchia cara Europa, in complesso, inquina poco su percentuale mondiale, appare quantomeno bizzarra.
Questo accanimento contro l’uso di tutto ciò che non è elettrico o “sostenibile” ci espone alla dipendenza da quei Paesi che da sempre del “total green” se ne fregano ampiamente con buona pace dei loro governati e dei loro floridi interessi commerciali.
Sulle guerre in atto, combattute o striscianti, il discorso sta diventando davvero serio e preoccupante ed è comunque da tempo che, causa veti , restrizioni e sanzioni ci si trova ad esserci privati di quelle fonti energetiche che in passato si rendevano disponibili a prezzi non elevati e che ora stanno subendo periodicamente rincari non sostenibili da privati ed imprese.
Certamente non sarebbe opportuno continuare ad approvvigionarci di materie prime da uno di quei paesi che ne ha aggredito un altro, ma nel contempo determinate decisioni unite ad  una “debolezza diplomatica” e scarso peso dei nostri rappresentanti europei con molti paesi del mondo ora in guerra tra loro, fanno il resto.
Cercare con decisione e fermezza di portare la pace laddove si sta intravvedendo la possibilità di una guerra dovrebbe essere uno dei compiti principali di tutti, di tutti quegli organismi mondiali ONU ecc… che invece dimostrano la loro fragilità ed impossibilità di imporre un qualcosa a qualcuno.
Russia ed Ucraina, Israele e la striscia di Gaza, Yemen e  Siria, Iran e Corea del Nord, Afganistan; ecco i luoghi dove il Mondo ha e sta fallendo, ecco il terribile “mille e non più mille” che ci stiamo costruendo, cucendolo pian piano addosso a noi ed alle generazioni future che credono nel green, ma poi non sanno stare senza cellulare, non possono non andare in vacanza, non possono seguire i dettami degli “influencer”, non possono rinunciare all’auto potente elettrica o meno, non possono rinunciare a tutte quelle cose che messe assieme di green hanno poco o nulla.
Ma continueremo ad andare avanti così, continueremo ad accettare le guerre, a giustificare le barbarie del dopo dimenticando le barbarie del prima, continueremo ad accogliere per poi dimenticare ,continueremo a giustificare ogni cosa, continueremo a portare agli onori delle cronaca e perché no anche nei luoghi di istruzione, persone e personaggi che non ne sono degni. Continueremo…ma attenzione al “mille non più mille”.

Pier Marco Gallo

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