giovedì 10 Ottobre 2024 - Anno 33

CI SENTIAMO TUTELATI?

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Come sta cambiando la percezione della nostra sicurezza.
CI SENTIAMO TUTELATI?

Dopo alcuni fatti di cronaca verificatisi nel periodo natalizio e di Capodanno, uniti ad un generale imbarbarimento della nostra quotidianità, preda di tentativi di raggiro, di furto, di prevaricazione, sembrerebbe indubbio che la nostra percezione di sicurezza dentro e fuori le mura domestiche, sia scesa, se non ai minimi livelli,  indubbiamente molto verso il basso.
E’ cronaca recente l’uso indiscriminato delle armi, siano esse possedute illegalmente o meno, i tentativi di furto perpetrati anche in pieno giorno a danno di anziani specie nelle grandi città e nelle periferie, l’aggregazione di giovani e giovanissimi in non meglio identificate “bande” che fanno della violenza e della prevaricazione il loro quotidiano, a tal proposito si veda quanto accaduto a Milano in Piazza Duomo a fine anno.
E poi, sempre più frequentemente assistiamo all’occupazione abusiva di alloggi il cui proprietario legittimo è davvero scarsamente tutelato dalle attuali leggi. Si ha la sensazione, senza voler entrare nel merito politico dei fatti, spesso strumentalizzati a pro di qualcosa, che ad un generale imbarbarimento delle società non faccia seguito una modifica delle leggi e delle normative che sono e restano decisamente troppo tolleranti sia per chi delinque sia per chi si installa, senza averne titolo, nell’altrui legittima proprietà.
Vi sono, ad oggi, vaste aree del nostro Paese, anzi delle grandi città, che poco alla volta stanno divenendo “terra di nessuno”: si è iniziato dalle stazioni ferroviarie  e dai loro paraggi per poi proseguire nelle aree periferiche ed ultimamente espandersi verso le grandi piazze ed i percorsi della cosiddetta “movida”.
Nessuno dovrebbe mettersi una pistola in tasca o essere costretto a farlo per difendersi da eventuali aggressioni, ma è altrettanto certo che un limite troppo elevato di tolleranza e l’incapacità delle Forze dell’Ordine, stanti le attuali normative, di muoversi con la necessaria fermezza e tutela del proprio operato, potrebbe portare alla difesa “fai da te”.
Una certa parte politica ed una certa parte della popolazione sembrano voler fare dell’accoglienza indiscriminata e senza un progetto che vada al di là del primo contatto, il loro cavallo di battaglia, in un misto di pur lodevole slancio verso i più deboli, o per interessi di parte.
Il Maestro  Indro Montanelli, in periodo non troppo lontano, ma ancora distante dalla situazione attuale diceva che “la sinistra ama tanto i poveri che ne crea sempre di nuovi.” Saggia considerazione per le politiche portate avanti almeno negli ultimi 10/15 anni, politica che sembra aver smarrito la giusta misura delle cose, della situazione di una società quasi volta a premiare i ladri e condannare le vittime quando, disgraziatamente nel corso di una rapina ci scappa il morto tra i rapinatori.
E con queste considerazioni ci fermiamo qui senza andare a  rispolverare casi di cronaca che per certi aspetti lasciano davvero senza parole.
Si ha, da tempo, la percezione che chiunque possa fare qualsiasi cosa, derubare, rapinare, ferire ed anche uccidere magari con l‘auto condotta in stato di ebbrezza o sotto l’effetto della droga, tanto poi ci sono le attenuanti, la temporanea incapacità di intendere e volere, lo stato di necessità, la non volontà di causare ciò che si è fatto, tanto la legge ha non una ma  mille porticine dalle quali fuggire o nascondersi, mille sfaccettature che il giudice può valutare e rendere possibili, quasi sempre a danno delle vittime, con processi infiniti e con considerazioni che il buon senso lascerebbe chiuse in cassaforte dopo aver buttato la chiave in alto mare.
Non si può e non si deve trascinare questa situazione all’infinito, sino a quando poi prevarrà la legge del più forte o del più veloce di mano o di pistola. Non si può e non si deve perché una società degna di questo nome deve avere delle regole che tutelino gli onesti e colpiscano i truffatori, i ladri, gli spacciatori, gli imbroglioni.
Non si può accettare che si occupino le case in nome di non si sa quale diritto, non si può accettare che chiunque legalmente o meno si insedi sul territorio italiano, faccia poi ciò che vuole, accampando la scusa che non è stato integrato. Ma per fare un’integrazione bisogna essere in due a volerla e non si può pretendere che ogni persona che viene nella nostra Patria sia mantenuta senza fare nulla, senza avere  un lavoro dignitoso, senza comportarsi correttamente verso le nostre tradizioni, le nostre leggi, il senso migliore della nostra società che, negli anni ,si è costruita con il lavoro, la fatica, la povertà vinta a poco a poco con sofferenza ed onestà. Il tutto subito e la tolleranza sempre e comunque non porteranno da nessuna parte e renderanno la nostra vita sempre più malandata e precaria. Crediamo sia ora di riflettere su cose e fatti anche recenti ed  iniziare a voltare pagina, lasciando da parte la convenienza o il buonismo solo di facciata. Lo dobbiamo ai nostri anziani ed ai nostri giovani che, poi, saranno gli anziani di domani.

Pier Marco Gallo

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